Cinematografo Sant'Angelo
10 Maggio 2011 - ore 21.30
“8½” di Federico Fellini.
(pellicola in 35mm - Cineteca Immagine - La Spezia)

(Recensione M.Morandini.)
Cinematografo Sant'Angelo
12 Maggio 2011 - ore 21.30
“Il fantasma della Libertà” di Louis Bunuel.
(pellicola in 35mm - Cineteca Immagine - La Spezia)
Con Jean-Claude Brialy, Julien Bertheau, Adriana Asti, Michael Lonsdale, Michel Piccoli, Monica Vitti

(Recensione M.Morandini.)
Rassegna "Visioni d'oriente"
Spazio Terra Informagiovani
11 Maggio 2011 - ore 19.30
“Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance” di Chan Wook Park.
[Boksuneun naui geot, Corea del Sud, 2002, Noir, durata 129'] Regia di Chan-wook Park
Spazio Terra Informagiovani
“Still life” di Jia Zhang-ke.
Spazio Terra Informagiovani
“Il ritorno” di Andrei Zvyagintsev.
[Vozvraschenie, Russia, 2003, Drammatico, durata 105'] Regia di Andrej Zvyagintsev
Con Vladimir Garin, Ivan Dobronravov, Konstantin Lavronenko, Natalja Vdovina
[Boksuneun naui geot, Corea del Sud, 2002, Noir, durata 129'] Regia di Chan-wook Park
Operaio sordomuto e licenziato vende al mercato nero un rene da trapiantare a sua sorella, gravemente malata, ma rimane fregato. Una sua amica anarchica e rivoluzionaria gli propone un piano: rapire la figlia del suo ex datore di lavoro e ottenere col riscatto la somma necessaria al trapianto. Il piano va a ramengo, innescando aggressioni, torture e omicidi in serie. Premiato al Noir in Festival 2003 di Courmayeur, rivelò in Europa il talento e il nichilismo estremo del coreano Park. È di una violenza fisica e psicologica così radicale che in Italia è passato direttamente nell'home video. È una violenza speculare e radicata in un mondo senza pietà. Il che spiega, senza giustificarli, i soprattoni di denuncia politica e una certa confusione narrativa nel ricorso al flashback. Apre la trilogia della vendetta che continua con Oldboy (2004) e Lady Vendetta (2005).
(Recensione M.Morandini.)
Spazio Terra Informagiovani
12 Maggio 2011 - ore 19.30
[Sanxia haoren, Cina/Hong Kong, 2006, Drammatico, durata 108'] Regia di Jia Zhang-ke
Con Han Sanming, Zhao Tao
Con Han Sanming, Zhao Tao
Con attori non professionisti. Leone d'oro a sorpresa a Venezia 2006, il 5° film del giovane Zhang-ke (attivo dal 1998) comincia con un piano-sequenza circolare su un battello in navigazione sullo Yangtze, il più lungo fiume asiatico (6300 km) in vista di Fenjie, antica città in via di demolizione: sarà sommersa nell'ambito del progetto idrico Tre Gole che prevede la costruzione di una grande diga e la formazione di un lago di 650 kmq, rendendo obbligatorio il graduale trasferimento di un milione di cinesi. Diventerà la centrale elettrica più grande del mondo. Quel piano-sequenza è seguito da molti altri, di durata varia, tutti funzionali ai personaggi e alla narrazione. Zhang-ke è un narratore che toglie invece di mettere; ha un gusto figurativo raffinato e un passo lento, ma non è affatto un esteta esibizionista. Lavora con telecamere digitali, pochi mezzi e attenzione alla gente comune. Anche qui, come nei suoi 4 film di fiction precedenti, si cimenta con un tema centrale: il costo del progresso tecnico, le conseguenze, in termini umani, della rapida modernizzazione industriale in atto nella Repubblica Popolare. Non dimostra: mostra. Non denuncia: riflette, compiange, condivide. È un film corale con due personaggi: un minatore che si reca a Fenjie per cercare moglie e figlia che non vede da 16 anni; una giovane infermiera che vuole incontrare il marito, da due anni assente da casa. Due storie, due epiloghi diversi che permettono a Zhang-ke, anche sceneggiatore (con Sun Janmin, Guan Na) di confrontare due condizioni socioculturali, popolare e borghese, in dialoghi (sottotitolati) ridotti al minimo. Diviso in 4 capitoli (Sigarette, Liquori, Tè, Caramelle) e sostenuto da un realismo quieto e puntiglioso, ha sussulti e aperture quasi magiche. E un finale di significativa bellezza.
(Recensione M.Morandini.)
(Recensione M.Morandini.)
Spazio Terra Informagiovani
13 Maggio 2011 - ore 19.30
[Vozvraschenie, Russia, 2003, Drammatico, durata 105'] Regia di Andrej Zvyagintsev
Con Vladimir Garin, Ivan Dobronravov, Konstantin Lavronenko, Natalja Vdovina
Da una domenica all'altra. La vita di due fratelli è sconvolta dall'arrivo inatteso di un padre che aveva lasciato la famiglia undici anni prima e che li porta in gita in auto sul lago Ladoga, non lontano da San Pietroburgo. Ne nasce un rapporto conflittuale di conoscenza reciproca. 1° lungometraggio di un regista siberiano che, oltre al Premio Opera Prima, vinse il Leone d'oro a Venezia 2003, 41 anni dopo L'infanzia di Ivan di Andrej Tarkovskij. Il più piccolo dei due fratelli si chiama Vanja, diminutivo di Ivan: è lui al centro dell'azione di cui il padre è il motore. “Non ci sono né simboli né metafore. Due ragazzini vanno sull'isola col padre: non è una metafora, è una storia che appartiene alla vita” (A. Zvyagintsev). È un invito a rinunciare alla smania dell'interpretazione davanti a un film che non dà risposte alle domande che pone. Un invito a guardare, a lasciarsi avvolgere dall'atmosfera fuori dal tempo e rarefatta dei luoghi, delle azioni, delle parole, ad attendere la conclusione tragica, preannunciata all'inizio dall'immagine del padre addormentato, ricalcata sul Cristo morto di Andrea Mantegna. Non è una metafora? Forse, però c'è un approccio mitico come se “intendesse costituire una sorta di racconto originario: la storia che riassume tutte le altre. Che dà una ‘forma' poetica a tutte le altre” (U. Mosca). Questo viaggio col padre è un corso di formazione alla vita, un incontro con la vita adulta, raccontato in una dimensione quasi religiosa. Fotografia: Mikhail Krichman. Musiche: Andrej Dergachev.
(Recensione M.Morandini.)
(Recensione M.Morandini.)